giovedì 21 luglio 2011

150 ANNI DI UNITA' PER FARE MEMORIA


È buio pesto intorno a noi; si respira nell’aria la netta sensazione preoccupata che la barca “Italia”, nostra patria, stia affondando. Coraggio, non tiriamoci indietro, non scoraggiamoci. È di notte che si aspetta l’aurora del nuovo giorno che nasce. In questa prospettiva desidero condividere la testimonianza della toccante celebrazione del 150 anniversario dell'Unità d'Italia a Meledo tenutasi sabato 4 giugno 2011 tra molte autorità e invitati illustri quali il prof. Giuseppe Pupillo, storico della Resistenza della Provincia di Vicenza e il dott. Arcangelo Murzio, ex capitano alpino, Presidente degli Alpini dei Comuni facenti capo ai Monti Berici, Basso vicentino, e con la partecipazione del Corpo Bandistico “Vincenzo Bellini”di Povolaro.
Dal pomeriggio del 2 giugno fino a tarda ora inoltrata del 3 giugno, tanti volontari di diversa estrazione, Alpini di Meledo in testa, hanno lavorato instancabili, come api operaie. A tutti va una lode per lo zelo manifestato per imbandierare del tricolore il centro e le vie di Meledo. Sabato mattina la frazione si presentava con un volto nuovo, mai conosciuto nel passato. Splendido e maestoso il suo quadro curato nei minimi dettagli.
Dopo l'accoglienza, le musiche del Corpo bandistico e l'alzabandiera il corteo è partito verso la Scuola Media F. Muttoni dove 530 ragazzi in età dalle Elementari fino alla conclusione delle Medie inferiori, tricolore in ogni mano, aspettavano di accogliere gli ospiti.
L’incontro con i ragazzi è stato fondamentale per caricare di significato tutta la cerimonia in un simbolico abbraccio al tricolore. Davanti a loro la benedizione di sette nuove bandiere italiane, una per plesso scolastico. Ai 65 prossimi congedanti di Terza Media è stata consegnata La Costituzione italiana. Encomiabile l’impegno organizzativo della Scuola. Fra i ragazzi, in un simbolico segno di passaggio del timone, è arrivato da Alte Ceccato in carrozzella Giacomo Sinico, 90 anni, combattente e reduce della “2° Guerra Mondiale”.

La figura di Giacomo Sinico (nato in località Castelletto di Sarego) ha emozionato e messo tutti in silenzio. Le sue parole rivolte con particolare preoccupazione ai ragazzi hanno coinvolto tutti. Acciaccato dagli anni, occhi espressivi e svegli, carico d’amore per i ragazzi d’oggi, concreto come è sempre stato, stile libero e caparbio, con parole molto semplici, visibilmente commosso, ha sottolineato l’importanza della memoria. Ha ricordato gli orrori che la guerra mondiale produsse. Per il generoso combattente e reduce un bel grazie in silenzio e scrosciante battimano.
Elisabetta Giacomello