Da Il Giornale di Vicenza del 29 maggio 2008:
SAREGO. Si attende a breve la decisione della Regione sulla richiesta di ampliamento.
Costa Benedetta potrebbe ripartire. La miniera del Monte del Prete, ferma ormai da un paio d'anni a Meledo Alto, in comune di Sarego, non hai mai smesso di agitare le acque della Laguna veneziana. La richiesta di rinnovo e ampliamento presentata dalla Berica Immobiliare è, infatti, ancora oggetto di istruttoria alla commissione Via (Valutazione impatto ambientale) di Venezia, di cui è atteso a breve il parere conclusivo. Dopodiché sarà la Giunta regionale a dare la risposta definitiva, decisione che comunque non potrà prescindere dal merito della valutazione di impatto ambientale. Sulla questione si erano già pronunciati il consiglio comunale, deliberando con voto unanime la sua contrarietà, e gli stessi cittadini con oltre 1.300 firme per far cessare per sempre le attività estrattive. In seguito alla presa di posizione del Comune e del Comitato intercomunale per la tutela del territorio dell'Area Berica, che avevano formulato le loro osservazioni, la stessa Via ha imposto alla ditta di presentare 14 integrazioni al progetto di coltivazione mineraria. A queste ultime sono state sollevate ulteriori controdeduzioni. «Quello che continua a lasciare perplessi - afferma Pietro Rossi, portavoce del Comitato e consigliere comunale nella passata Amministrazione - è che non è stato provato in modo attendibile se e quanto minerale c'è da estrarre. La ditta Berica Immobiliare ha presentato alla Via il risultato di soli due nuovi carotaggi, effettuati per di più senza i tecnici comunali come vuole la legge. È chiaro che non ci si può basare su questi per dire che c'è materiale di pregio in quantità tale da giustificare una miniera a cielo aperto». A non convincere Rossi sono poi le direttrici dei flussi di traffico generati dal cantiere. «Non si sono ancora resi conto che a Lonigo c'è il divieto di transito ai mezzi pesanti. Quindi per trasportare i 5 milioni di metri cubi che si vogliono portar via nei prossimi 15 anni ci saranno 218 bilici al giorno costretti a passare per Sarego, Meledo e Monticello di Fara. Andranno ad aggiungersi a quelli in entrata e uscita dall'altra miniera di Meledo, la “Bertozzo”». Ma è anche il luogo da trasformare in area di scavo solleva altri motivi per opporsi. «Si vuole portare la miniera da 7 a 30 ettari in un sito naturalistico di importanza europea, che la Regione ha indicato come possibile “habitat prioritario” di rare specie arboree».
(Matteo Guarda)
Costa Benedetta potrebbe ripartire. La miniera del Monte del Prete, ferma ormai da un paio d'anni a Meledo Alto, in comune di Sarego, non hai mai smesso di agitare le acque della Laguna veneziana. La richiesta di rinnovo e ampliamento presentata dalla Berica Immobiliare è, infatti, ancora oggetto di istruttoria alla commissione Via (Valutazione impatto ambientale) di Venezia, di cui è atteso a breve il parere conclusivo. Dopodiché sarà la Giunta regionale a dare la risposta definitiva, decisione che comunque non potrà prescindere dal merito della valutazione di impatto ambientale. Sulla questione si erano già pronunciati il consiglio comunale, deliberando con voto unanime la sua contrarietà, e gli stessi cittadini con oltre 1.300 firme per far cessare per sempre le attività estrattive. In seguito alla presa di posizione del Comune e del Comitato intercomunale per la tutela del territorio dell'Area Berica, che avevano formulato le loro osservazioni, la stessa Via ha imposto alla ditta di presentare 14 integrazioni al progetto di coltivazione mineraria. A queste ultime sono state sollevate ulteriori controdeduzioni. «Quello che continua a lasciare perplessi - afferma Pietro Rossi, portavoce del Comitato e consigliere comunale nella passata Amministrazione - è che non è stato provato in modo attendibile se e quanto minerale c'è da estrarre. La ditta Berica Immobiliare ha presentato alla Via il risultato di soli due nuovi carotaggi, effettuati per di più senza i tecnici comunali come vuole la legge. È chiaro che non ci si può basare su questi per dire che c'è materiale di pregio in quantità tale da giustificare una miniera a cielo aperto». A non convincere Rossi sono poi le direttrici dei flussi di traffico generati dal cantiere. «Non si sono ancora resi conto che a Lonigo c'è il divieto di transito ai mezzi pesanti. Quindi per trasportare i 5 milioni di metri cubi che si vogliono portar via nei prossimi 15 anni ci saranno 218 bilici al giorno costretti a passare per Sarego, Meledo e Monticello di Fara. Andranno ad aggiungersi a quelli in entrata e uscita dall'altra miniera di Meledo, la “Bertozzo”». Ma è anche il luogo da trasformare in area di scavo solleva altri motivi per opporsi. «Si vuole portare la miniera da 7 a 30 ettari in un sito naturalistico di importanza europea, che la Regione ha indicato come possibile “habitat prioritario” di rare specie arboree».
(Matteo Guarda)