domenica 20 dicembre 2009

Attentato al Presidente

A qualche giorno di distanza dal triste attentato al presidente del consiglio proviamo ad analizzare quello che è successo e sta succedendo in Italia. Ci dobbiamo pensare ed analizzare con spirito critico. Questo perché in Italia non basta essere informati, leggere i giornali o guardare la TV. C'é sempre quello strano retrogusto di manipolazione, condotti a pensare e a vedere quello che vogliono gli altri. Non ci viene permesso di farci un idea chiara ed oggettiva (per quanto questo sia possibile) delle cose e dei fatti per come sono e succedono.
Dopo l'attentato viene immediatamente lanciato un messaggio.

L'Italia viene descritta in preda all'imbarbarimento, divisa in due, da una parte il bene e dall'altra il male. In poche ore il messaggio prorompente che viene proposto agli Italiani è che il male e l'odio è tra noi. Esso é stato evocato ogni giorno dall'opposizione e da alcuni giornali e giornalisti che vengono additati e citati addirittura in parlamento da Cicchitto (Iscritto alla P2: fascicolo n. 945, tessera 2232, data di iniziazione 12 dicembre 1980) come se fossero dei pericolosi golpisti. Tale odio conduce quindi a questi gesti violenti contro Berlusconi, leader della maggioranza.
La cosa incredibile é come tutta la maggioranza faccia quadrato intorno al presidente, unanime e compatta nel rivendicare la civiltà della loro politica, l'amore con cui si prendono cura dei loro elettori mentre noi che dissentiamo sappiamo ripagarli solo con l'odio. Praticamente una macchina mediatica ben oliata ed efficente che parte nel momento in cui il presidente, dopo essere stato colpito, si alza sul predellino (ancora una volta) in barba a tutte le misure di sicurezza e cerca con lo sguardo il suo aggressore con gli occhi spiritati del leone ferito, ma non domato.
L'attentato al presidente fa emergere una caratteristica fondamentale della politica della maggioranza: creare divisioni, creare paure inesistenti.
In politica il nemico non dovrebbe esistere, dovrebbe esistere l'avversario. Il fine dovrebbe essere comune, governare l'Italia al meglio e non contro qualcuno.

Berlusconi non può accusare gli elettori dell'altra parte come persone che sanno solo protestare, violenti, che non sanno amare e che si devono vergognare. Se non è violenza verbale questa! Berlusconi mette gli Italiani gli uni contro gli altri. Anzi usa le istituzioni pubbliche per creare divisioni. Chi sta con i magistrati e chi contro. Chi parteggia per il Presidente Napolitano e chi crede che sia un pericoloso sinistroide. Chi crede nella costituzione e chi crede che sia un inutile vecchiume da rimodellare ad arte. Egli sgretola tutte le certezze istituzionali che abbiamo senza prendersi la responsabilità dell'atto.

Ed ora? Cosa chiede il PDL al Partito Democratico? Ci chiede di collaborare per le riforme? Ma quali riforme? Quelle ad personam? Sarebbe come ammettere che i magistrati stanno lavorando contro di lui. E questo è tutto da dimostrare. Le riforme vere sono quelle che risolvono il problemi della gente e non sempre e solo i suoi problemi.

Io penso che il PD non si debba trascinare nei problemi del presidente. Se ha problemi con la giustizia se li risolva da solo. La maggioranza ce l'ha. Si prenda le sue responsabilità, chieda continuamente la fiducia se ha paura di non farcela, ma si prenda le sue responsabilità. Senza cercare di creare un problema che non esiste. Non esiste nessun problema giustizia da risolvere con il legittimo impedimento.
Io chiedo al PD di non diventare "complice" delle sue malefatte. PDL e Lega sono stati votati dalla maggioranza degli Italiani. Ora sono loro a governare e lo possono fare senza l'appoggio del PD. A fine mandato saranno chiamati a rendere conto del loro operato.

E' aperto il dibattito: commentate.

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