domenica 6 febbraio 2011

Scuola, via altri 20mila insegnanti Il ministero: tagli, ma più studentiScuola, via altri 20mila insegnanti Il ministero: tagli, ma più studenti

Da Il Giornale di Vicenza del 6 febbraio 2011.

ISTRUZIONE. Il dicastero conferma la scure per l'anno prossimo

Tagli agli organici della scuola: il ministero dell'Istruzione ha confermato ai sindacati di avere intenzione di rispettare fino in fondo il piano fissato nel 2008 con l'articolo 64 della legge 133, annunciando che all'inizio del prossimo anno scolastico si attuerà la riduzione di 19.700 cattedre e di 14.167 unità di personale Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi). E poiché nell'anno in corso il piano di ridimensionamento non è stato completato - dei circa 40mila posti da tagliare, oltre 7mila, tra docenti e Ata, alla fine sono stati ripristinati per motivi di diritto allo studio - il ministero ha annunciato che intende attuare un piano rigorosissimo.
Il ministero ha pure annunciato la volontà di innalzare il rapporto alunni-classi, di estendere il «maestro prevalente» nella primaria, di procedere all'ulteriore taglio di 4.700 docenti specialisti di lingua inglese, sempre nelle ex elementari, e di tagliare 3mila posti nei corsi serali della secondaria. Nella primaria si prevede una riduzione complessiva di circa 9.260 insegnanti attraverso l'estensione delle 27 ore settimanali, oltre che alle classi I e II, anche alle classi III. Le classi successive manterranno le 30 ore settimanali. Nella secondaria di I grado la riduzione è di circa 1.310 posti, conseguenti alla costante riduzione delle classi a tempo prolungato mentre nella secondaria di II grado si prevede una riduzione di circa 8.989 posti. Scenderà ancora, a 32, il numero di ore di lezione settimanali degli studenti delle classi terze degli istituti professionali.

Questa signora gelmini va fermata al più presto. Non si può risparmiare sul futuro dei nostri figli. Come si può giudicare positivamente il lavoro del ministro dell'istruzione? Il suo piano di distruzione della scuola pubblica è inarrestabile. Dobbiamo prenderne atto e fermarla in tutti i modi democratici che abbiamo a disposizione.

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