di Daniela Serra
La partecipazione delle donne alla maratona non è stata cosa facile da ottenere. Nelle competizioni olimpiche dell’ antica Grecia alle donne non era consentito partecipare nemmeno come spettatrici. In età moderna è stato difficile convincere organizzatori e medici che anche le donne potessero correre una distanza così lunga. Ma diverse donne, nonostante tutto, sfidarono i regolamenti le consuetudini e i pregiudizi e ci provarono lo stesso. Partecipavano alle gare, anche se non ammesse ufficialmente, come la greca Melpomene che, alla prima maratona Olimpica di Atene del 1896, allontanata dagli organizzatori, costeggiò il percorso ufficiale e giunse comunque fino allo stadio. Poi fu la volta di Violet Piercy nel 1926 e quindi di Roberta Gibb che, anche se non ammessa ufficialmente e in totale anonimato, partecipò nel 1966 alla prestigiosa maratona di Boston. Ma nessuno si accorse di lei. [...]
Anche Laura Puppato, prima donna in Italia candidata alla guida di governo, ha completato la sua maratona, nonostante i regolamenti, le consuetudini ed i burka mediatici : ha consegnato le firme di sottoscrizione della sua candidatura alle primarie. Come da regolamento. E lo ha potuto fare grazie alla mobilitazione capillare e generosa, decisa e ostinata di donne e uomini che, hanno voluto consentirle di terminare la sua maratona sfidando e rompendo, ancora una volta tutti assieme, un tabù inviolabile e discriminatorio. Come Kathrine, ancora una volta.
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