sabato 14 febbraio 2009

Emendamento del senatore Gianpiero D'Alia (UDC): il bavaglio alla rete

Mai una legge relativa al mondo del Web aveva sollevato tanto polverone. L'insofferenza per il testo del sen. D'Alia, però, è stata manifesta fin dalla prima ora, fin da quanto è parso evidente il modo in cui il testo prevedeva di intervenire con fare censorio sul Web oscurando siti interi. Prima Google, poi Facebook, hanno bocciato senza mezzi termini l'art. 50. L'articolo sta ora per approdare alla Camera, ove il Parlamento avrà la propria ultima possibilità di porre una pezza ad una legge viziata e pericolosa. Se non, addirittura, incostituzionale.

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I senatori e deputati del PD devono stare attenti a non farsi complici del tentativo di imbavagliare l'unica vera informazione ancora libera in Italia. 
L'impressione è che si voglia ottenere un risultato magari a prima vista lodevole, ma con soluzioni che manifestano la grande ignoranza in materia di internet di chi ci governa.
Con questo emendamento anche il nostro blog correrebbe il rischio di essere oscurato su richiesta del ministero degli Interni per reati di opinione, senza nessuna sentenza della magistratura. Questo, oggi, avviene solo in Cina e Birmania. Mettere Internet sotto il controllo del potere esecutivo vuol dire chiuderla di fatto e tappare la bocca ai cittadini liberi. Marco Pancini di Google ha dichiarato: "No, le leggi ad Aziendam che poi hanno un impatto su tutto l'ecosistema non si possono fare. E bisognerebbe evitare di portare l'Italia a livello dei peggiori paesi del mondo in fatto di reati d'opinione".

1 commento:

Partito democratico Castelfranco Veneto ha detto...

Si siamo d'accordo. Ma si può sapere come hanno votato i senatori del Pd?