articolo di Matteo Guarda tratto da "Il Giornale di Vicenza" del 19 febbraio 2009.
La miniera può riaprire. La giunta regionale ha adottato il provvedimento di accoglimento della richiesta presentata dalla ditta Berica Immobiliare di Dueville per il rinnovo della concessione mineraria “Costa Benedetta”. Si potrà quindi scavare nel cantiere di monte del Prete in località Meledo Alto fino al 2023. Il provvedimento, divenuto ufficiale dopo la pubblicazione nel bollettino della Regione, ha suscitato reazioni da parte del sindaco Vittorino Martelletto e dei comitati che stanno organizzando le iniziative per contrastarne l'esecuzione. «Vista l'aria che tirava nelle riunioni cui ho partecipato a Venezia – afferma Martelletto – l'esito mi sembrava scontato. All'epoca del parere della commissione di valutazione di impatto ambientale sono stato l'unico dei presenti a votare contro senza che nessuno sollevasse la minima obiezione».
Soltanto le obiezioni inviate da Antonella Bisognin ed Enzo Bertozzi sono state dalla Via ritenute nei termini, mentre sono state respinte come intempestive quelle della Provincia, dei Comuni di Sarego, Lonigo, Grancona, dei comitati di tutela del territorio e di altri singoli cittadini direttamente interessati. La giunta regionale ha però posto alcuni limiti all'attività estrattiva. Il rinnovo riguarda venti dei trenta ettari richiesti e dovrà poi essere ridefinito l'ambito del vincolo minerario previsto in origine in concessione.
Una decisione che evidentemente non soddisfa: «Abbiamo affidato a un legale - continua il sindaco - l'incarico di esprimere un parere esplorativo per valutare se e quali elementi ci sono per un ricorso al Tar. Abbiamo già espresso la nostra contrarietà a tutti i livelli e continueremo a farlo».
Sul piede di guerra anche i comitati: “Qualora ricorra al tribunale amministrativo – dichiara Pietro Rossi portavoce del comitato di tutela dell'Area Berica – agiremo in pieno appoggio al Comune. E' l'unica soluzione che rimane. Ci opporremo per le notevoli incongruenze a cominciare dal fatto che si tratta di una cava, che sono stati fatti sondaggi superficiali e che si riverseranno su Meledo non meno di 64 bilici al giorno, 16 mila all'anno, per 15 anni, un traffico enorme per le nostre strade. È poi incredibile l'approvazione di una miniera in un sito considerato di importanza comunitaria».
Soltanto le obiezioni inviate da Antonella Bisognin ed Enzo Bertozzi sono state dalla Via ritenute nei termini, mentre sono state respinte come intempestive quelle della Provincia, dei Comuni di Sarego, Lonigo, Grancona, dei comitati di tutela del territorio e di altri singoli cittadini direttamente interessati. La giunta regionale ha però posto alcuni limiti all'attività estrattiva. Il rinnovo riguarda venti dei trenta ettari richiesti e dovrà poi essere ridefinito l'ambito del vincolo minerario previsto in origine in concessione.
Una decisione che evidentemente non soddisfa: «Abbiamo affidato a un legale - continua il sindaco - l'incarico di esprimere un parere esplorativo per valutare se e quali elementi ci sono per un ricorso al Tar. Abbiamo già espresso la nostra contrarietà a tutti i livelli e continueremo a farlo».
Sul piede di guerra anche i comitati: “Qualora ricorra al tribunale amministrativo – dichiara Pietro Rossi portavoce del comitato di tutela dell'Area Berica – agiremo in pieno appoggio al Comune. E' l'unica soluzione che rimane. Ci opporremo per le notevoli incongruenze a cominciare dal fatto che si tratta di una cava, che sono stati fatti sondaggi superficiali e che si riverseranno su Meledo non meno di 64 bilici al giorno, 16 mila all'anno, per 15 anni, un traffico enorme per le nostre strade. È poi incredibile l'approvazione di una miniera in un sito considerato di importanza comunitaria».
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