sabato 7 febbraio 2009

Eluana, un passo indietro.


E' inevitabile in questi giorni essere coinvolti nella vicenda che ruota intorno a Luana Englaro. 
La tendenza da parte dei media e da parte di molti politici e di dividere gli Italiani: chi è a favore della vita e chi è contro la vita di Eluana. 
E' la tendenza degli ultimi anni quella di semplificare all'osso qualsiasi cosa: bianco o nero, senza lasciare spazio allo spirito critico che ognuno dovrebbe esercitare. 
Il caso di Eluana è sulla bocca di tutti già da molto tempo, c'è stata anche una sentenza della Cassazione già da qualche mese. Il tempo per la riflessione ci sarebbe stato. Abbiamo un parlamento dove si sarebbe potuto discutere. Dove forse qualcuno dei parlamentari avrebbe potuto votare una legge adeguata secondo la propria coscienza. 
Io personalmente trovo una certa difficoltà a schierarmi, per la vita di Eluana o per la sospensione della sua vita. Mi fa già un certo effetto parlarne qui con queste righe. Certamente non vorrei mai essere nei panni dei medici che dovranno far rispettare la sentenza della Cassazione, se così sarà. 
La domanda che mi sono posto in questi giorni è stata: stiamo negando la vita ad Eluana oppure, dall'altra parte, le stiamo negando la morte? 
Siamo uomini e donne, sappiamo che la nostra esistenza è scandita da "nascita", "vita" e "morte". In questo momento, secondo me, non sappiamo ancora capire quando è arrivato il momento dell'ultima fase. Eluana è viva, si addormenta la sera e riapre gli occhi la mattina, respira autonomamente, ci dicono, ma non sa inghiottire il nutrimento che le serve. Deve rimanere, consapevolmente o forse no, con un tubo che le porta acqua e alimenti direttamente nello stomaco. L'uomo sa costruire macchine e tecniche che tengono in vita le persone che non riescono a farlo autonomamente. Senza queste procedure alcune persone si possono considerare ancora vive?

In questo caso abbiamo noi il diritto di dirle "Tu devi morire"? Abbiamo noi il diritto di dirle "Tu devi vivere"? 
In questi casi credo che noi, "gli altri", non abbiamo nessun diritto.

Forse sarebbe giusto da parte di tutti noi fare un passo indietro e lasciare decidere alla famiglia di Eluana oppure ad Eluana stessa, se lei si fosse espressa in merito a 18 anni.
Se la famiglia di Eluana decidesse per sospenderle la vita, per la morte, deve essere una scelta privata e non fatta conoscere a tutti. E se in futuro ci saranno tante famiglie o persone a fare la stessa scelta ce ne saranno altrettante che faranno la scelta opposta. L'importante è permettere ad un popolo libero la libera coscienza.

Il nostro Presidente del Consiglio attuale non rispetta la sentenza della Cassazione, con un decreto va contro a questa e si indigna quando il Presidente della Repubblica non lo firma. Si erge allora come paladino della vita. E' solo lui che è rimasto come unico baluardo contro chi vuole "uccidere". Diventa una sorta di eroe che in un colpo solo disprezza la Cassazione e suoi giudici, dimostra ancora una volta che i parrucconi incipirati sono antichi, che è tempo che sia lui a decidere per tutti noi anche per la nostra coscienza. Inoltre dimostra come solo lui può essere considerato come rappresentante del mondo cattolico e di tutti i credenti. Chi sta con la chiesa e chi è cattolico deve per forza essere con lui. Come non approfittare al volo di questo spot elettorale? 

Alla fine di tutto abbiamo ancora un esempio di un Presidente del Consiglio poco saggio e poco di tutti gli Italiani. Che gestisce i problemi pensando prima di tutto ai sondaggi e all'immagine piuttosto che a creare leggi che diano una risposta a noi Italiani presenti e futuri.

Presidente, vuole salvare la povera Eluana, perchè non la va almeno a trovare una volta.

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